5A Rinnovata Pizzigoni

ALBA F.


Il mio giardino in primavera


Ho scelto il mio giardino di casa perché in primavera diventa uno spettacolo. Ci sono un sacco di fiori variopinti, come le rose di un viola orchidea oppure rosse e bianche, ciclamini rosa, un oleandro di colore rosso e delle siepi di un verde grintoso. Ma la cosa che lo rende il più bello sono degli alberi che si abbracciano e insieme formano un bosco incantato: ogni volta che ci vado vivo sempre un sogno e un'avventura, sembra di essere in un giardino segreto. Nel mio giardino ci ho vissuto quando c'era il lockdown!



ALESSANDRO V.


Via Renato Serra 61, Showroom LAMBORGHINI


La mia storia è la seguente. Ogni giorno che vado al Portello passo di lì, dallo showroom della Lamborghini. Io sono un super esperto di queste macchine, tanto che conosco tutti i nomi, ad esempio Lamborghini Veneno, Miura, Centenario....Questo posto è l'unico vicino a casa che ha tante, ma tante Lamborghini, ma non le ha tutte: mancano la Veneno, la Miura e la Countach. So che lì dentro ci sono almeno 10 milioni di euro in macchine, almeno credo. Io e mio papà ne parliamo ogni giorno che ci passiamo. Questo è il motivo per cui questo luogo è speciale.



ANNA L.


Parco del Portello – Via Don Luigi Palazzolo


Al Parco del Portello ci sono stata molte volte in estate, in autunno, in inverno e in primavera, da piccola e da grande. Ho fatto un'esperienza con gli scout: faceva molto freddo e il laghetto del parco era ricoperto di ghiaccio. Poi ci sono andata con alcuni miei amici e di solito giocavamo a chi riusciva a vedere più girini o a chi riusciva a non cadere dentro il laghetto. Quel posto mi piace molto perché è circondato dalla natura e andandoci abbastanza spesso riuscivo anche a vedere come alcuni girini cambiavano e diventavano pian piano rane.



ANNA R.


La Trattoria vicino alla scuola in Via Cesare Airaghi


La trattoria per me è un posto speciale, perché lì prima della pandemia giocavo a carte, a bocce e a biliardo con la mia famiglia, assaporavo il buonissimo cibo, mentre chiacchieravamo e ridevamo a non finire. Certe volte mia mamma mi portava in trattoria e lì c'erano ad accogliermi mio nonno e i suoi amici, che erano seduti in un piccolo tavolo all'ingresso, tutti con il sorriso stampato sulla faccia. Di solito io mangiavo una semplice pasta in bianco con il parmigiano, e di secondo il pesce, in particolare il branzino con sopra le olive. La cosa che non dimenticherò mai è quando quel pomeriggio siamo andati a giocare a bocce e per la prima volta ho battuto mio nonno, lui era il campione! Quest'ultimo usa chiamare questo posto “trani” e per questa serie di motivi è il mio posto speciale.



BEATRICE Z.


Il parco vicino a scuola


Al parco della Pecetta vado a volte con mia sorella e la tata. Una volta ero andata lì perché era la festa di una mia amica e mi sono innamorata di una persona: il ragazzo di cui mi ero innamorata era biondo e aveva gli occhi marroni. In passato ci andavo per giocare sull'altalena e in seconda elementare andavo sullo scivolo, certe volte giocavo anche con le compagne di classe di mia sorella. Adesso in quel parco non ci vado quasi mai perché ho degli impegni praticamente tutti i giorni.



BIANCA A


Parco Giovanni Testori


Finita la scuola vado sempre (da quando ero piccola) in questo parco con il mio amico Matteo nonché compagno di classe, le mie amiche Stella Lia e Hafsa. Hasfa è la mia compagna di classe, Stella attualmente va in prima media mentre Lia, una delle mie amiche più care abita lontanissimo, quasi dalla parte opposta di Milano. Però quando ci vediamo è un momento unico e stupendo.

Non ho finito perché c'è anche Ernesto che non va nella mia stessa classe ma nella mia stessa scuola: comunque, finito di raccontare e descrivere i personaggi di questa piccola storia, iniziamo.

Io e Matteo eravamo soli al parco e, come al solito, fantasticavamo sulle altalene e ci chiedevamo se potessimo costruire una casa sull'albero, è da sempre il nostro piccolo segreto. In particolare c'era un albero dove eravamo gli unici a non riuscire a salire sui rami più alti, così pensavamo che con una scaletta e una “casa” saremmo riusciti a salire e allo stesso tempo saremmo stati più comodi.

Arrivò Stella e poi di conseguenza anche Lia; io e Matteo ci guardammo e, dopo aver condiviso il nostro progetto con loro, iniziammo a lavorare. Dopo un'ora avevamo allestito un legno particolare che fungeva da scala e tanti legni legati insieme da resina, che formavano una piattaforma.

Ci andammo a riposare un attimo e quando tornammo la casa era distrutta.

Scoprimmo che era stato Ernesto con dei suoi compagni di classe. Scoppiò una forte litigata.

Alla fine si chiarì tutto: Ernesto si sentiva in colpa, ma se lo era meritato, e comunque ci aiutò con le riparazioni. Alla fine il risultato era molto carino. Con il potere dell'amicizia si è risolto tutto



BRUNO R.


La Scuola Rinnovata


La Scuola Rinnovata è la mia scuola elementare, molti miei amici sono andati in altre classi: Nicolò, Giulia e Savin, invece Franci va in classe con me, mi sono fatto altri amici, nemici si in altre classi “ed erano miei amici”. Oggi sono in quinta A e ho quasi finito le elementari, forse non andrò alla Rinnovata alle medie ma se ci vado sono felice così forse rimango con dei miei amici.

Ora torniamo a parlare della scuola: lì ho conosciuto molte maestre e maestri: Claudia, Raffaella, Anna, Anna, Rocco, Tina, Diego, Daniela...tutti loro hanno un modo di scherzare. Alla Rinnovata ho avuto molti problemi ma loro mi hanno aiutato, sono come gli Avengers. Quando finirò le elementari spero di poter rivedere e salutare gli amici e gli insegnanti. Io, Matte e Daniel insieme siamo i tre moschettieri, certo siamo pochi ma è bello così, certo a volte litighiamo ma in fin dei conti siamo sempre migliori amici fino alla fine delle elementari.

Dopo mi farò altri amici, ma sono sicuro che anche loro saranno sempre miei amici.



DANIEL R.


Mediaworld


Io ho scelto il Mediaworld perché è lì che ho comperato la maggior parte della tecnologia. Un esempio è la mia MI BAND 5 o il mio Samsung Galaxy TAB A (non è uno sponsor) e altre cose del genere. Mi piace molto perché si possono provare i cellulari, i tablet e pure i computer, peccato non si possa più fare per causa del Covid-19. Ecco il mio posto preferito (vicino a scuola).



ELENA C.


Il parco del Conad


Il parco che ho disegnato non è in sé il parco più bello di Milano, ma l'ho disegnato perché racconta una storia, la mia storia. Dentro questo parco, chiamato da noi il parchetto, ho vissuto tante belle e strane avventure. Ho iniziato ad andare lì ad inizio quarantena, quindi era praticamente l'unico, e sottolineo l'unico, posto dove potevo andare. Con Kira, il mio cane, ne ho passate delle belle, per esempio quando lei stava giocando e si è sporcata tutta. Mi ricordo ancora quando l'abbiamo pulita io e mio papà. La storia più bella però è quella di un giovedì di vacanza quando abbiamo giocato con un legnetto: mi sfidava quasi. Ho visto la sua gioia entrare nei miei occhi e, anche se all'inizio non volevo andare al parco, mi sono divertita. Anche se sono stata tante volte in quel parco non ne conosco nessun particolare, ho solo una cosa molto impressa: la cagnara di Kira e sua sorella Aria. Ecco perché sono legata a questo parco.



FEDERICO G.


IPER Portello, la mia felicità


Ogni giorno che vado all'IPER, non è che ci vada tutti i giorni, ma quando capita, ritorno sempre con qualcosa che mi fa felice. Potrei fare degli esempi come “Lo strano caso del dottor Jekyll e il signor Hide” ma anche “Il mio grosso grasso pesce zombie polposition” o “Il mio grosso grasso pesce zombie jurassic carp”. Da piccolo, lì a Natale, nelle bancarelle, ho provato il mio primo hot dog e alcune volte passiamo vicino a Casa Milan, la squadra di calcio che tifo. Da come leggerete a me qua non è mai capitata una storia, però ogni volta che torno a casa, sono felicissimo.



FRANCESCO C.


Parco di Via Ardissone


Io ho disegnato questo disegno che raffigura un parco perché: uno ci sono spesso dei miei amici e due perché una volta quando ero là è successa una cosa un po' brutta, cioè io stavo saltando da una parte all'altra della panchina, e un po' di volte l'ho fatto, ma poi ad un certo punto sono caduto. Non ho pianto, ma ho sentito un po' di dolore. Mia madre mi ha disinfettato e non ho sentito più niente. Ma non è solo per questo che ho disegnato questo parco, ma anche perché a me è piaciuta una cosa in particolare: ho visto degli uccelli con la schiena tutta verde. Non mi ricordo come si chiamano.



GABRIELE T.


Giardino Laura Conti di Michelino da Besozzo


Un giorno con mio papà e mio fratello siamo andati al parco di Via Michelino da Besozzo, ero con la mia bicicletta rossa con ancora le rotelle per non cadere. Dopo aver fatto un po' di giri e aver giocato sullo scivolo e l'altalena, ho chiesto a mio papà di togliermi le rotelle. Dopo che le aveva tolte e mi aveva detto dei trucchi per aiutarmi a pedalare, ho fatto un giro. E sono riuscito a non cadere, ero super contento. Dopo però mi sono stancato, comunque ho giocato perché volevo finire quella giornata e divertirmi. Mi ricorderò di quella giornata per molto tempo perché, alla fine, è bello andare in bicicletta.



GABRIELE C.


Il cortile di casa mia (autobiografia di Gabriele C.)


Il mio disegno rappresenta il più bel tramonto della storia nel mio cortile di casa vicino a scuola. Io ero molto triste quando mi sono trasferito lì. Pensavo che la mia vita sarebbe stata così brutta e triste e non volevo guardare il lato positivo. Andare ad abitare lì era come tradire casa mia. Anche se mi sentivo bene quando uscivo e andavo a vedere Milano. Quando sono andato ad abitare nella nuova casa sono stati giorni molto bui per me. Mi sentivo male, ma quando ho incontrato i miei amici del cortile è stato il primo giorno di sole per me. Sentirmi vivo di felicità era bello anche se nel cuore avevo sempre la vecchia casa. Così nella nuova casa ho visto un lato positivo e cioè che sarebbe iniziata la prima e l'inizio di una nuova vita. Ora sono finalmente in quinta.



GAIA A.


Il gelato di...Bea


Ho scelto Il gelato di Bea perché una volta mia zia stava per cadere da un gradino e al posto di aiutarla mi sono messa a ridere e sono caduta pure io. Un'altra volta una bambina è caduta, si è spaccata la fronte ed è arrivata l'ambulanza. Quando se ne stavano andando, ci siamo trovati tutti seri, c'era anche la signora che lavorava lì che era uscita a vedere, ci siamo guardati tutti e da quanto eravamo seri, ci siamo messi tutti a ridere.



GIULIA B.


Mondomusica


La musica per me è libertà, infatti Mondomusica è un posto dove esprimo le mie emozioni e mi isolo da tutto. Ogni lunedì quando devo andarci sono sempre felicissima e non vedo l'ora di suonare il pianoforte, il mio strumento preferito. Io mi siedo sempre nell'angolino, il posto che mi ha accompagnata per tutta questa esperienza. Ormai quel posto è diventato di mia proprietà, e anche se non so perché, ci sono molto affezionata. Da lì si può vedere ogni minuscola parte, pure un pezzo di muro che si è sgretolato, fino a staccarsi del tutto. Sentire la musica per me è pace e anche se dovesse crollare il mondo prenderei comunque la mia amata e unica tastiera.



HASFA M.


Parco Giovanni Testori


Eravamo fuori casa e andammo al parco Giovanni Testori, anche se avevo il mio telefono mi stancai e andai a giocare con mio fratello, non c'era nessun conoscente e morivo di noia totale, ma improvvisamente arrivò Bianca, accompagnata da Matteo e i suoi genitori. Io lasciai per un momento mio fratello, andai dai miei amici e urlai “Vieni! Gioca con noi!” Alì e Matteo sono amici! In quel momento in lontananza c'era un carrello dei gelati. Io corsi per prendere dei gelati per tutti ma non ci riuscì perché quando arrivai lì il gelataio se n'era già andato via. Arrivai tardi!



JACOPO O.


Chiesa San Gaetano


Questa è la chiesa dove vado sempre perché è quella più vicina a casa mia e ci vanno dei miei amici ed è la mia preferita. Ho scelto di fare questo disegno perché è il posto dove vado ogni domenica e anche dove incontro i miei amici il fine settimana ed è anche molto bella.

Mi sono successe tante cose: mio fratello si mette ad urlare in chiesa e io mi vergogno tantissimo, una volta si è fatto male qualcuno, un'altra abbiamo visto una lucertola che girava e la guardavano tutti i bambini e infine io e dei miei amici ci rincorriamo e giochiamo. Vicino alla chiesa c'è una pasticceria dove fanno i cannoli siciliani. Poi lì è dove ho fatto la comunione e sulle pareti della chiesa ci sono i vetri colorati. La chiesa si chiama San Gaetano.



JEZREEL Q.


Esselunga


Un giorno sono venuta a fare la spesa con mia mamma. Lei mi ha dato la lista da fare e io non sapevo dove si trovasse il latte, ma non avevo così coraggio di farmi aiutare dalle persone. Non sapevo cosa fare e allora mi sono messa a giocare con gli oggetti che c'erano. Dopo un po' è arrivata mia mamma che aveva finito di fare la parte della sua spesa, io non avevo fatto niente. Allora sono scappata via, poi ho incontrato una mia amica e le ho raccontato in che situazione mi trovassi, e cioè in un “disastro tremendo” perché non avevo neanche voglia di fare la spesa, io e la mia amica ci siano nascoste dalle nostre mamme. Eravamo nascoste in una colonna di carta igienica: loro erano vicinissime a noi e vedevamo le loro facce molto preoccupate, poi le abbiamo viste camminare velocemente verso la cassa. Una persona si è messa a dire i nostri nomi al microfono e allora siamo uscite dal nostro nascondiglio. I loro occhi erano disperati per quello che avevamo fatto. Dopo aver pagato, è arrivata la stessa persona che ci ha regalato delle cose che nessuno voleva nella vetrina, tipo libri e matite ecc. Io ero così contenta ma continuavo a dire “si, no, si no”. Allora la signora ha detto “tienili tu, tanto nessuno li vuole”. Ero felice perché dopo aver combinato un disastro, mi è capitato un regalo.



MARYAM T.


Il marciapiede


1- Quel giorno stavo venendo a scuola, camminando con la mia mamma e, passato il semaforo, mia mamma mi ha detto “hai la scarpa slacciata, attenta”. Io le ho risposto: “Ma no, tranquilla, non cadrò”. Cammino, cammino e cado di faccia. Non mi sono sporcata, ma mi sono fatta male. Ero sul marciapiede con il mio trolley.

2- E sempre sul marciapiede, stavo tornando a casa da scuola e a un certo punto ho perso un orecchino. Era rosa e grigio, sempre con il mio trolley.



MATTEO C.


Il parco Giovanni Testori, Viale dei Pioppi


Il parco Giovanni Testori è il giardino in cui andavo fin da quando ero nella pancia della mamma e continuo ad andarci tuttora. In quel parco ci passo la maggior parte del mio tempo libero, lì ho tanti amici che mi fanno compagnia e con cui gioco. In questo luogo, nonostante sia un posto abbastanza tranquillo, sono successi fatti buffi e sgradevoli. Ad esempio una volta ho fatto una caduta dalla bici talmente buffa che io e la mia amica Bianca siamo scoppiati a ridere. Dato che stavamo facendo un video abbiamo fatto vedere la mia caduta multimedia agli altri e anche loro sono morti dal ridere.

C'è un altro episodio questa volta sgradevole dove le mie amiche Bianca Stella e Sveva dovevano fare uno spettacolo che consisteva nel saltare dall'altalena.

Sveva si stava dondolando tramite l'aiuto di Stella e Bianca. Sveva era pronta per il salto, si è lanciata schiantandosi al suolo e rompendosi l'osso del gomito. E' stato un serio problema perché lei ha provato un grave dolore e si mise il gesso. Alla fine per fortuna le cose andarono per il meglio. Un altro episodio che mi ricordo è quando stavo provando a dondolarmi su un albero proprio appeso ad un ramo che non sembrava tanto stabile, ma dato che faccio sempre di testa mia, ho continuato finché ad un tratto sono caduto a terra con le gambe e le braccia aperte e distese, sembravo un angelo. Mi son sentito al settimo cielo quando ho visto il ramo a un millimetro dalla mia faccia e appena mi è caduto addosso ho visto il diavolo passarmi davanti. Ho provato dolore, sono rimasto a terra ma con uno stupore assoluto perché in quel momento non ho provato dolore, ma un poco si. Alla fine sono tornato a casa un poco dolorante ma ho messo del disinfettante con del cotone e un cerotto sul ginocchio cioè la parte del corpo in cui mi sono graffiato. Dopo dei giorni è passato e sono tornato col sorriso.



MICHELE M.


La Pecetta


Io ho disegnato il Parco della Pecetta perché ho passato tante emozioni in questo fantastico parco. Il primo anno alla Pecetta ero molto ansioso, adesso non mi ricordo tanto bene, perché è passato tanto tempo, va beh..non perdiamoci in chiacchiere, il primo anno la Pecetta non l'avevo mai vista quindi non sapevo cosa si facesse, sapevo solo che era un campus. Il secondo anno ero un po' ambientato quindi sapevo che si facevano sfide, si portava il pranzo al sacco, non lo schifo della Milano Ristorazione. E il terzo anno è stato quello più bello, un giorno stavo mangiando sotto il gazebo della Pecetta, è bellissimo, ad un tratto è passato un topo grasso e con una coda lunghissima tipo 20 cm che è una cosa assurda. Dopo qualche giorno è arrivato un altro campus sfida a una partita di calcio, e indovinate chi ha fatto più goal....IO!!!E abbiamo pure vinto.

Questa era la mia storia della Pecetta.



SARAH E.


Il Parco di Via Castellino da Castello


Ho scelto questo posto perché quando avevo 7 anni, conobbi una amica che non potrò mai scordare. Giocammo per mesi quando un giorno adottò un cucciolo di cane. Passarono mesi e lui crebbe fin a diventare grande, pur avendo solo 3 mesi. Dopo un po' decisero di andare in vacanza in Sicilia e io e lei non ci rivedemmo più.

Mi disse prima del viaggio che avrebbero cambiato casa, mentre facevo il viaggio per andare in Marocco ed ero in pensiero per lei. Dopo un mese io ho avuto il gesso cadendo in un Parco (Pecetta) e sul gesso ho scritto il suo nome “EMY”, nessuno si è accorto del nome, ma io non l'ho mai scordato..a te Emy il nostro saluto!



TOMMASO B.


Giardino Carmelo Bene


Un giorno mentre stavo facendo basket nel campetto la palla mi scivolò e andò nel parco dei cani (infatti una recinzione verde divide il parco dal campo) ma la cosa importante è che era buio e nel parco c'era un cane, ma per mia fortuna c'era anche il suo padrone che mi passò la palla. Cinque o dieci minuti dopo tirai la palla verso il canestro ma ovviamente la tirai con troppa potenza e andò di nuovo nel parco. Il signore se n'era però andato, quindi sono dovuto entrare nel parchetto che era un po' fangoso, recuperai la palla e uscii, poi andai sul campo da basket e vidi che le mie scarpe erano abbastanza sporche ma non potevo tornare a casa perché era presto (5.30) e quindi continuai a tirare e feci dei tiri da tre punti però usando molti tentativi. Verso le sei tornai a casa, è stato molto divertente!




Galleria sotto il ponte Via Mac Mahon, il senso del mistero


Forse qualcuno si chiederà perché ho scelto proprio quel posto sporco e inquinato. Si chiederanno il motivo di quei murales sparsi per le pareti vecchie di quel tunnel. Oppure penseranno solo che mi piacciono le bombolette spray. Ma il motivo non è questo. Quando andavo all'asilo passavo sempre di lì con mia nonna. Un giorno avevo sentito un rumore di aereo...sempre più vicino...sparì per un attimo, poi ritornò. Fece così per una dozzina di volte, poi se ne andò. Non sono mai più tornato in quel posto, anche perché ho traslocato a Pero. Quando vedo quel tunnel mi sento tornare quel ricordo.



LORENZO M.


Rapinatori che rubano alla festa di San Biagio – Prima parte


Il 3 febbraio del 2021 alla festa di San Biagio dei rapinatori andarono nelle case a rubare i panettoni. Poi venne loro un'idea: andare all'Esselunga a rubare per due volte. Andarono all'Esselunga e fecero scappare tutta la gente: io stavo per entrare ma tutte le persone che scappavano non mi fecero entrare. I ladri, dopo aver rubato tutto il possibile, scapparono perché stava per arrivare la polizia. Scapparono con tutto il bottino, chissà la seconda volta cosa succederà, lo scopriremo domani.

I nuovi tre moschettieri “storia inventata” - seconda parte

Il 4 febbraio 2021, proprio all'Esselunga, entrarono dei rapinatori, io ero spaventato ma non potevo darmi per vinto anche se la mia famiglia era scappata dimenticandosi di me, e io ero con un gruppo di persone, ma erano così spaventate anche loro che mi lasciarono solo. Cinque minuti dopo circa i rapinatori riuscirono ad entrare scassinando la porta di blocco. Ero rimasto io con due bambini di 10 anni che si chiamavano Gabriele e Francesco. Non potevamo scappare quindi vivi o morti dovevamo salvare la vita dell'Esselunga e dovevamo pianificare un piano senza farci vedere, naturalmente. I rapinatori già una volta, precisamente ieri il 3 febbraio alla festa di San Biagio erano entrati nelle case e andati all'Esselunga e avevano rubato tutti i panettoni che avevamo. Quindi, ritorniamo a noi: eravamo tre contro tre, stavamo combattendo, ma loro non avevano un piano, quindi noi abbiamo comprato all'Esselunga una pistola a testa e poi “bom bom bom” siamo usciti dall'Esselunga e visto che l'avevamo salvata ci chiamarono i tre moschettieri!